Antonio Signore, settembre 2022
Il pianeta più vicino alla Terra è oggi una terra inospitale, popolato da vulcani, crateri e scarpate, e con un'atmosfera di anidride carbonica piena di nubi di acido solforico che sfumano la luce del Sole. Nonostante ciò si ritiene probabile che nel passato racchiudesse le condizioni per ospitare la vita.
I dati di Venere:
Massa | 4,869 x 1024Kg |
Diametro all'Equatore | 12 104 Km |
Distanza media dal Sole | 108 milioni di Km |
Temperatura media | 464 °C |
Inclinazione dell'asse di rotazione | 177° |
Periodo di rotazione (giorno) | 243 giorni (retrogrado) |
Periodo orbitale (anno) | 225 giorni |
Lune | 0 |
Eccentricità orbitale | 0,007 |
Di seguito i grafici che illustrano la composizione della struttura di Venere e della sua atmosfera.
La struttura interna di Venere è composta da tre strati distinti:
L'atmosfera di Venere è incredibilmente densa e impossibilita la visione della sua superficie dai satelliti che gli orbitano attorno; essa è composta da:
L'orbita di Venere genera un circolo quasi perfetto, con un afelio [ punto più distante dal Sole durante la sua rivoluzione ] situato a 109 milioni di Km e il perielio [ punto più vicino al Sole durante la sua rivoluzione ] a circa 107 milioni, l'orbita di Venere è la meno eccentrica del Sistema Solare: questa è ben inferiore al punto percentuale. Le orbite degli altri pianeti sono più ellittice.
Ancora più peculiare è la sua rotazione, insiema ad Urano, Venere è uno dei due pianeti del Sistema Solare a ruotare attorno al suo asse in senso contrario agli altri: il Sole sorge a Ovest e tramonta a Est. Inoltre la sua rotazione è talmente lenta che il giorno di Venere [243 giorni terrestri] dura più di un suo anno [225 giorni terrestri]. Il motivo di questa peculiare rotazione è ancora ignoto.
La superficie di Venere mostra un orografia caratterizzata da vaste pianure, con alte montagne, decine di migliaia di vulcani e vasti altopiani con creste. Venere è molto difficile da studiare perché la sua atmosfera è molto spessa e composta per lo più da anidride carbonica (CO2), impenetrabile agli strumenti di osservazione visiva. È stata perciò studiata attraverso rilevamenti radar, in particolare negli anni '90 grazie alla sonda Magellano (Nasa), che permise di scoprire che Venere possiede molti vulcani, ancora più che la Terra. Il radar, però, non poteva permettere di datare le rocce e neppure di verificare se le colate rilevate erano vecchie, recenti o recentissime.
I crateri di Venere con diametro maggiore di 20 km portano il nome di donne famose, quelli con diametro inferiore ai 20 km nomi propri femminili nelle varie culture. Tra i più grandi e famosi ci sono:
I vulcani dominano il paesaggio di Venere. L'orografia del pianeta, costituita da un mosaico di rocce vulcaniche e di pianure di lava, sottolinea il ruolo fondamentale avuto da vulcanismo nella formazione della superficie. Immagine del Maat Mons (a destra)
La conformazione della superficie di Venere suggerisce che esso non ha placche tettoniche, infatti i vulcani non sono
concentrati in zone di faglia (punto di inconto delle placche tettoniche) come sulla terra. Si pensa inoltre che la sua
superficie si sia rinnovata recentemente [400 milioni di anni fa] dato che non sono presenti molti crateri dovuti
all'impatto di meteoriti.
Questo rinnovamento avviene grazie alle tipiche eruzioni venusiane, infatti, causa dell'alta pressione dell'atmosfera,
le eruzioni dei vulcani sono "sottili", ossia il materiale che in condizioni normali viene espulso con forza verso l'alto
si amalgama con la lava e ne aumenta la quantità emessa, più lava c'è più la superfice coperta da essa è vasta.
Venere presenta una grande varietà di tipologie di vulcani: la maggioranza è rappresentata dai piccoli o grandi vulcani
a scudo, come il Maat Mons, molto presenti sono a loro volta le grandi pianure di lava, ossia formatesi da flussi di lava.
Venere ha oltre 100 grandi vulcani a scudo, con diametri che oscillano dai 100 ai 600 Km, questi sono caratterizzati da
pendii molto dolci e crateri in cima molto larghi, caratteristiche dovute all'accumulo di sedimento lavico nel tempo.
La mappatura della superficie di Venere ha permesso di scoprire che questo è il pianeta con più vulcani in tutto il Sistema Solare. Si conoscono più di 1600 vulcani principali, mentre quelli minori si contano tra i 100.000 e il milione. Gli scenziati si concentrano per capire se esiste ancora una qualche attività vulcanica sulla sua superficie.
Venere viene percepito dallo spazio come un punto bianco e luminoso, a causa del suo mantello di nuvole che riflette la luce solare e mantiene caldo il pianeta. Nonostante ciò, gli strati alti dell'atmosfera assomigliano a quelli terrestri.
Venere ha un atmosfera molto densa, composta principalmente da diossido di carbonio e con nubi di
acido solforico. Questo fitto "mantello" mantiene caldo il pianeta fino a fargli raggiungere delle
temperature estreme, l'azoto nella sua atmosfera è presente in quantità 4 volte maggiore che sulla Terra e
l'atmosfera genera una pressione 90 volte maggiore di quella terrestre.
Tutto cambia però quando si superano i 50 Km di quota, li la temperatura e la pressione sono simili a quella che troviamo
sulla superficie terrestre, questo, unito ad una presenza di azoto simile a quella della Terra rende questa parte
dell'atmosfera di Venere la zona più simile alla Terra in tutto il Sistema Solare. A grandi linee si può affermare
che l'ambiente a questa quota sia simile a quello che ci ritroverebbi davanti durante una giornata nuvolosa sulla Terra.
La velocità dei venti sul pianeta varia notevolmente in base ai diversi strati dell'atmosfera che attraversano. Vicino alla
superficie del pianeta soffia una leggera brezza, la cui velocità aumenta bruscamente fino a raggiungere i 100 m/s negli
strati più densi.
Nel 2016 l'analisi della missione Venus Express rivelò l'esistenza di un "vento elettrico" sufficentemente forte da
eliminare l'acqua dall'atmosfera di Venere e che, forse, contribuì a svuotare gli ipotetici oceani del pianeta.
Venere è il pianeta con l'effetto serra più forte nel Sistema Solare. L'anidride carbonica della sua
atmosfera mantiene un clima secco e incandescente sulla superficie, con temperature che si aggirano attorno ai 500 °C.
Deve essere successo qualcosa di drammatico su Venere, infatti in un momento sconosciuto del suo passato, l'atmosfera si
riempì di anidride carbonica e perciò aumentò l'effetto serra in modo incontrollato facendo salire esponenzialmente le
temperature.
Caratterisiche del pianeta sono anche le nubi composte da goccioline di acido solforico, i forti venti a quelle quote non le fanno mai fermare e perciò in pochi giorni queste fanno un giro completo del pianeta. Ipoteticamente, se ci trovassimo su questo pianeta il cielo venusiano, ma in generale il paesaggio risulterebbe di un arancione scuro, colore causato dal filtraggio della luce causato dalla spessa coltre di nubi di Venere.
Sempre gli studi eseguiti dalla sonda Venus Express avvalorano l'idea che i lampi non avvengano sollo sulla Terra, su Giove e su Saturno, ma anche sulla superficie di Venere. Questi, si pensa che siano generati dalle goccioline che compongono le sue nuvole. Anche le più vecchie sonde Pioneer e Galileo registrano onde elettromagnetiche su Venere dovute forse ai fulmini.
La superficie di Venere è uno degli ambieni più ostili che si conoscano, ma forse non è sempre stato così. Studi del settembre 2019 hanno concluso che Venere potrebbe aver avuto acqua allo stato liquido sulla superficie e un clima abitabile per un lungo lasso di tempo fino a 2 miliardi di anni e queste condizioni potrebbero essere persistite fino a 700 o 750 milioni di anni fa.
La possibile abitabilità di Venere è una teoria che viene da lontano, le sonde lanciate tra gli anni sessanta e gli anni
ottanta mostrano condizioni e temperature simili a quelle terrestria a 50 Km di quota dalla superficie di Venere, risultato:
non era possibile escludere la vita allo stato microbico.
Successivamente, con i dati forniti dalla sonda Magellano, gli scienziati riuscirono a riprodurre gli stadi del clima delle diverse
epoche che ha attraversato il pianeta. L'esperimento concluse che 3 miliardi di anni fa Venere aveva una temperatura superficiale
di 11 °C, e che nei seguenti 1.000 milioni di anni essa aumento a causa dei cambiamenti del Sole.
Al di fuori del nostro Sistema Solare, l'osservatorio spaziale Kepler ha scoperto dei pianeti abitabili, alcuni con una massa superiore a quella terrestre: le così dette "Super Terre" o esopianeti. Ha scoperto anche "Super Veneri", pianeti simili a Venere, ma più massicci. Nella figura un esempio di Super Terra.
Sono due gli esopianeti scoperti con il telescopio dell'ESO intorno ad una stessa stella, e con ogni probabilità sono rocciosi: Super Terre (pianeti extrasolari di tipo roccioso, di massa fino a 10 volte quella terrestre) in orbita attorno alla stella nana rossa K2-18, a 111 anni luce da noi... una scoperta eccezionale.
Informazioni prese dal libro: Atlante del cosmo, Mercurio e Venere - edizione 2018 - National Geographic